Il Paese 'ponte' tra Asia e Europa che, nonostante il peggioramento dell'economia, non ha bloccato i progetti di sviluppo.

È la più grande economia dell’Asia centrale. Un paese che sta puntando a rilanciare la crescita attraverso lo sviluppo delle infrastrutture per diventare il 'ponte' tra Asia ed Europa. E che nonostante il peggioramento dell’economia nel 2015 e del calo del prezzo del petrolio che ha causato un taglio della spesa pubblica, non ha bloccato i progetti di sviluppo.

Il piano del governo di Astana prevede, oltre alla creazione di collegamenti stradali, lo sviluppo dell’edilizia civile e in particolare scuole, ospedali, con i relativi servizi. Ma anche misure per lo sviluppo delle piccole e medie imprese specialmente nel campo dell’industria agro-alimentare.

I fondi per finanziare lo sviluppo di questi progetti in Kazakistan provengono in parte dal Fondo Nazionale e in parte da istituzioni finanziarie internazionali. 'Da Washinghton, dove abbiamo una sede di rappresentanza, abbiamo avuto colloqui con la Banca Mondiale e le Nazioni Unite' ha dichiarato il CEO del gruppo Ezio Lattanzio in un’intervista all’AGI in occasione del suo arrivo ad Astana. 'Essere esposti ai cicli economici globali e così dipendenti dai prezzi delle materie prime comporta per il Kazakistan la necessità di cercare vie sostenibili ed efficienti per fare tutto. E soprattutto spingere sulla riforma della pubblica amministrazione e su interventi di sistema, un tema su cui il nostro gruppo è specializzato da sempre'.

Per Lattanzio si tratta della seconda visita nel Paese centro-asiatico, dopo la partecipazione all'Astana Economic Forum lo scorso maggio 2015. Il gruppo aprirà una propria sede ad Astana nei prossimi mesi, con uno staff dedicato per operare localmente.

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